domenica 27 ottobre 2013

Buonenuove, II.

Stalin morì perché mangiava i bambini
La COMEV di Trieste conferma: assumeva troppe proteine animali. 

TRIESTE - La Comunità Medica Vegana, presieduta dal dott. Giovanni Mazzacavallo, ha confermato una volta per tutte la tesi alimentare sulla morte di Iosif Stalin. "L'eccessiva assunzione di proteine animali dovuta a una dieta a base di bambini bolliti - spiega Mazzacavallo - sarebbe la ragione di un'elevata produzione di tossine che avrebbe portato il dittatore a una conseguente intossicazione, causandogli il fatale colpo apoplettico".

Stalin riceve una buriata da una delegazione siberiana.
Sono molti i medici che negli ultimi anni propongono ai loro pazienti una dieta a base di latte di soia e verdura cruda in sostituzione alle tradizionali pillole delle ditte farmaceutiche. "La frutta e la verdura sono il cibo prediletto dell'essere umano che fin dalla notte dei tempi raccoglieva dalla terra e dagli alberi per nutrirsi e prendersi cura di sé. - ci racconta sempre Mazzacavallo - Sbagliano i medici a consigliare carni bianche, come quella di bambino o vitello, per placare le intossicazioni alimentari. Se è vero che il basso contenuto di grassi regola l'assunzione dei lipidi nel corpo, è ormai assodato che le proteine animali siano alla base della nascita di tumori e altre malattie mortali". Mazzacavallo si considera soddisfatto della scoperta che, nonostante il totale disinteresse della comunità scientifica, si configurerebbe come un celebre precedente a sostegno della medicina vegana.

Tutto questo in concomitanza delle proteste degli allevatori di bambini della Val Susa contro i tagli alla zootecnica previsti dal governo nella nuova finanziaria. Gli allevatori piemontesi, infatti, si sentono minacciati da tutta questa pubblicità negativa che, in un periodo già così difficile, vedrebbe minare le vendite dei loro prodotti. Preoccupate le parole di Arrigo Saradura, presidente dell'Associazione Italiana degli Allevatori di Bambini: "La mia famiglia alleva bambini fin dal 1948, sarebbe un disonore per me chiudere l'azienda. La consueta richiesta di carne puerile quest'anno ha subito un calo del 30% in occasione delle feste del 1° maggio e del 25 aprile. Abbiamo dovuto adeguare i prezzi anche per far fronte ai costi di mantenimento, vestiti e istruzione delle nostre bestie. Finché il governo non prenderà seri provvedimenti, sarà dura per noi proporre un prodotto accessibile a tutti". La situazione si palesa difficile per il presidente dell'AIAB, che rilancia: "La gente deve riscoprire la genuinità dei frutti della propria terra, sostenendo i produttori locali. Solo così potremo uscire dalla crisi".

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