Non dev'essere un caso che il di qua dei monti sia detto l'urinal di Dio e che la gente, come me d'altro canto, si sposti. Il fatto è che di là, in Trentino, l'autonomia permette
loro di pagarsi il sole.
Nelle mie parti le colline, una sull'altra, s'inculano, una sull'altra, formando
un'andreottitudine ingobbita. A sprazzi il cielo è feso dalle punte
di vecchi campanili incrostati di smog. Svolgono il lavoro di
preservare i contradaioli da: il
demonio, il peccato, il comunismo - si parla di una volta [1]; lo
strato d'inquinamento che minaccia continuamente i paesi, della serie che: il cielo ci cade sulla testa [2].
'Sto paese è pure conosciuto in tutta la provincia per le sue osterie: ma una in
particolare è sempre piena. Questa osteria ha un nome cristiano, e
fa affari cristiani con gli stessi mezzi della cristianità: pane e
vino. Chiaramente in senso figurato: come la cristianità. Più che
vino, infatti, quello che gli fa fare affari è un tè caldo alcolico
che dopo uno sbarelli. La gente non trova molto da fare che
sbarellare, appunto, il venerdì sera. Il sabato invece va dall'oste
alla corte vecchia, dove vendono un sangue di Giuda da orgasmo. E la
domenica s'è in piazza a veder la partita della squadra paesana, e
al bar in centro.
Dal
mio paese si è vicini a una cittadina che ha un sacco di SUV e
Jeepponi. E banche a dismisura. Là ci si va se non si va all'osteria
in paese. In questa città c'è un C.S.N.O. [3] dove la gente sfoga
le sue frustrazioni causate dalla società dei beni comuni. Ci sono
negri che reppano, bianchi che rippano e marocchini. Slavi
pochi. Gli slavi sono in trattoria, come un sacco di operai tra l'altro. E anche
loro sfogano la loro frustrazione causata dalla società dei beni
comuni. Ma a loro non gliene frega un cazzo. È questa è cosa buona
e giusta, per loro. Così, veneti/neri/slavi/e-terroni offrono i loro
sacrifici al dio Vinaro, figlio del dio Denaro. O dio Scheo [4], re
degli dei. Di cinesi invece ce n'è pochi ancora, e li si vedono solo in negozio. Come gli indiani, ma ce n'è di più. Di ebreo, nessuno da quel che so.
Ma fa veramente umido d'inverno, e un mucchio di gente se la tira. Va di moda non essere di moda [5]. S'ha da essere alternativi, e se si è alternativi s'è accettati da tutti. Quindi si è di sinistra. Ci si veste di sinistra e si ascolta musica di sinistra. E s'è pacifisti [6] e antirazzisti e democratici [7] e costituzionalisti [8]. Quello che un tempo era essere radical chic insomma, nulla di nuovo.
Ma fa veramente umido d'inverno, e un mucchio di gente se la tira. Va di moda non essere di moda [5]. S'ha da essere alternativi, e se si è alternativi s'è accettati da tutti. Quindi si è di sinistra. Ci si veste di sinistra e si ascolta musica di sinistra. E s'è pacifisti [6] e antirazzisti e democratici [7] e costituzionalisti [8]. Quello che un tempo era essere radical chic insomma, nulla di nuovo.
Ci son poche di quelle donne la sera. Quelle donne che sì insomma quelle là che, avete capito. Ed è pure una gran fatica beccare. L'unica cosa che ricordi a un beccaggio e il beccaio dietro la chiesa nuova. Quello che ci vai e:
– Tre etti di crudo, grazie.
...
– Sono tre e trenta. Che faccio, lascio?
Con una calibro 8 sulla tempia estratta: – Fanculo! Quanti etti t'ho detto, eh? Quanti t'ho detto?
– Tre...
– E tre devono essere! Bene?
– Offre la casa...
– I patti non erano questi!
– Occhei, occhei...
– Ora prendi quei trentesimi di etto e te li mangi tutti in un colpo. E se non ce la fai...»
E se li ingoia in un grumo, il coglione. E mastica come un maiale al macello che consuma il suo ultimo pasto. Su stronzo, manda giù. Manda giù.
– Manda giù! Che? Manco riesci a parlare bestia. Che schifo mi fai. E allora sputa cazzo, sputa!
E gli cade lì. Davanti. Un trentesimo di etto di prosciutto di Montagnana rigurgitati sul banco di una macelleria.
Per un punto Martin perse la capa.
– Dovresti giocare di più a briscola [9], vecchio.
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NOTE
[1] Nei '50 e '60 girava voce che ogni campanile nascondesse un rampa missilistica americana, in caso di un possibile attacco sovietico. Argomento in favore a tale tesi era la torre campanaria di Santa Maria: particolarmente lunga e slanciata.
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[2] È un fenomeno curioso. Lo smog si accumula ad una certa altezza dell'atmosfera, formando uno strato di sostanze nere e polverose che ricoprirono l'aria sulla pianura. La si nota da una certa altezza, normalmente salendo in montagna. Uno studio afferma anche che parte di quello strato sia composto dalle esalazioni delle industrie di Porto Marghera che, non trovando vie di uscita, si annidano tra i monti della valle.
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[3] Trattasi di Centro Sociale Non Occupato, fenomeno tutt'ora molto diffuso nelle città industriali del Triveneto.
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[2] È un fenomeno curioso. Lo smog si accumula ad una certa altezza dell'atmosfera, formando uno strato di sostanze nere e polverose che ricoprirono l'aria sulla pianura. La si nota da una certa altezza, normalmente salendo in montagna. Uno studio afferma anche che parte di quello strato sia composto dalle esalazioni delle industrie di Porto Marghera che, non trovando vie di uscita, si annidano tra i monti della valle.
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[3] Trattasi di Centro Sociale Non Occupato, fenomeno tutt'ora molto diffuso nelle città industriali del Triveneto.
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[4]
Associazione austro-ungarica del dio Soldo. Da scheid.munz
abbreviazione di Scheidemünze:
tedesco
per “moneta divisionale”. Termine inciso su alcune monete in
circolazione nelle Venezie durante il regno Lombardo-Veneto.
Pronunciato popolarmente come “schei” (IPA /'skεj/),
da cui il singolare “scheo”. Da non confondere con Schio, la
città. Nel passaggio Scledum
< Scledo
< *Scheo
< Schio. Nello stesso periodo, la divinità fu associata anche al dio Franco, del quale culto cadde in disuso dopo l'entrata in vigore di Euro. Dall'incisione Franc., impressa anch'essa su moneta. Abbreviazione di S. M. l'Imperatore Francesco Giuseppe I d'Austira, Re
Apostolico d'Ungheria, di Croazia e di Boemia e del Regno
Lombardo-Veneto, Arciduca d'Austria, Gran Principe di Transilvania, Conte di Gorizia e di Gradisca, Signore di Trieste. Checco Beppe per gli amici: quello coi baffoni, tanto per capirci.
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[5] Tendenza relativamente recente, ha sostituito il fenomeno emo. Nel mondo anglosassone è detto hipster, in Italia va più il termine indie, in conseguenza alla musica indie rock/rap/folk che ascoltano, assieme a De André e Lindo Ferretti. La filosofia di fondo è una cosa come il fare tutti quello che non fanno tutti, e riconoscersi tutti in questo.
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[6] Non dovrebbe essere logico, ne ho discusso un sacco: a quanto pare la lotta di classe la si fa “culturalmente” ora e fare una cosa che pure fanno i borghesi è una cosa borghese. Quindi siccome i borghesi menano è una cosa borghese e non la si fa. Pure parlare di borghesia è borghese, perché la borghesia non esiste più, ma la borghesia ti fa ancora usare questi termini in modo che la lotta contro di loro sia sviata. Vedi Marx. Errata corrige: chiaramente non si può parlare di marxismo perché è roba vecchia, quindi borghese.
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[7], [8] Vedi [6].
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[9] Proverbio riportato sull'asso di bastoni delle carte da gioco trevisane. Queste carte sono le più diffuse nel Veneto, ed è con queste che si gioca a briscola, il gioco di carte preferito dagli avventori d'osteria.
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[5] Tendenza relativamente recente, ha sostituito il fenomeno emo. Nel mondo anglosassone è detto hipster, in Italia va più il termine indie, in conseguenza alla musica indie rock/rap/folk che ascoltano, assieme a De André e Lindo Ferretti. La filosofia di fondo è una cosa come il fare tutti quello che non fanno tutti, e riconoscersi tutti in questo.
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[6] Non dovrebbe essere logico, ne ho discusso un sacco: a quanto pare la lotta di classe la si fa “culturalmente” ora e fare una cosa che pure fanno i borghesi è una cosa borghese. Quindi siccome i borghesi menano è una cosa borghese e non la si fa. Pure parlare di borghesia è borghese, perché la borghesia non esiste più, ma la borghesia ti fa ancora usare questi termini in modo che la lotta contro di loro sia sviata. Vedi Marx. Errata corrige: chiaramente non si può parlare di marxismo perché è roba vecchia, quindi borghese.
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[7], [8] Vedi [6].
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[9] Proverbio riportato sull'asso di bastoni delle carte da gioco trevisane. Queste carte sono le più diffuse nel Veneto, ed è con queste che si gioca a briscola, il gioco di carte preferito dagli avventori d'osteria.